AMORE E DESIDERIO
Autore: Maddalena Biondi
Pubblicato il: 14 settembre 2016
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Spesso pensiamo all’amore e al desiderio sessuale come a due opposti: l’amore esaltato come collante che unisce due anime, il desiderio come il diavolo che ci unisce in un amplesso peccaminoso. I neuroscienziati stanno invece dimostrando che il desiderio sessuale e l’amore cooperano più strettamente di quanto pensassimo. Sono però più forti, le relazioni romantiche che hanno entrambi gli elementi.
Studiare amore e desiderio come due entità separate è ormai preistoria; lo studio dell’amore come tema accademico ha avuto inizio quasi un secolo fa, quando questo sentimento cominciò ad essere trattato nei testi introduttivi di psicologia sociale. Psicologi, primatologi, neurofisiologi giunsero, allora, alla considerazione che l’amore – definito come un sentimento intenso e complesso di affetto profondo – è responsabile dell’accoppiamento e di rapporti stretti fra individui.
Di contro i ricercatori avevano tradizionalmente considerato il desiderio come poco più di un insieme di pulsioni sessuali incontrollate. Lo studio scientifico sul desiderio è rimasto limitato a medici, psichiatri e sessuologi, che si occupano di problemi sociali e comportamentali. Quando il tema del desiderio è emerso nella letteratura scientifica è stato presentato come un’emozione arcaica, un sentimento peccaminoso, che doveva essere soppresso o negato per paura che sfidasse l’ordine sociale, o come una dipendenza capace di sviare il pensiero, l’emozione e il comportamento umano in modi insidiosi.
Oggi però gli studi condotti con gli strumenti delle neuroimmagini considerano il rapporto tra desiderio e amore, suggerendo che siano separabili: in altre parole il cervello sarebbe in grado di generare desiderio sessuale in assenza di amore e viceversa.
Altri studi rivelano invece una connessione più complessa e sinergica tra il desiderio e l’amore. Entrambi questi sentimenti possono attivare regioni del cervello associate a diverse emozioni come per esempio l’euforia, gratificazione, motivazione e dipendenza. Inoltre il desiderio e l’amore attivano aree diverse delle medesime strutture cerebrali.
Le ricerche suggeriscono che la relazione più intensa, ossia l’amore appassionato, implichi l’attivazione sia delle basi dell’amore sia di quelle del desiderio. L’amore appassionato costruisce sui circuiti neurali per il desiderio, aggiungendo regioni associate con l’attesa di gratificazioni, la formazione di abitudini, la capacità di rappresentazione e controllo del pensiero astratto a quelle associate a remunerazioni per sensazioni e con l’appagamento dei desideri.
Per due individui, il rapporto più forte non è necessariamente il risultato migliore: ci sono accoppiamenti che sono solo incontri occasionali destinati a durare una notte. L’amore e il desiderio possono coesistere in qualsiasi combinazione, con emozioni presenti nell’uno o nell’altro, in entrambi o in nessuno dei due, e in qualsiasi grado. Queste combinazioni producono una grande varietà di legami. Quando entrambe le persone provano le stesse emozioni, il rapporto può variare da amore appassionato (con grande amore e forte desiderio) a una forma di amicizia (un po’ di amore e un po’ di desiderio), passando per il rapporto di una notte (con molto desiderio e poco amore) e l’amore compagno (come in un matrimonio amichevole) nel mezzo.
Quando i sentimenti di due persone divergono, i risultati possono essere un’attenzione indesiderata per l’uno e un sentimento non corrisposto per l’altro. La situazione ideale in ogni coppia si verifica quando le due persone sono d’accordo sulla loro formula amore-desiderio, che consente un sano equilibrio fra amore e lussuria e la migliore possibilità per un’appagante relazione. Ma quale sia il punto finale, arrivare fin là è meta del divertimento!